PROGETTARE NEL DISORDINE - PROGETTARE IL DISORDINE
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Il Convegno ha indagato il ruolo delle pratiche sperimentali di soft power in urbanistica, e nel corso di 4 sessioni ha esplorato meccanismi innovativi e gli strumenti informali che, sebbene privi di valore coercitivo, hanno dimostrato efficacia nell’orientare l'attività pianificatoria e progettuale.
Questi strumenti cercano di offrire un’alternativa all’inno alla semplificazione e flessibilità che spesso sono visti come la soluzione unica alla burocratizzazione della pratica urbanistica e progettuale. Ed è per questo il riferimento al recente libro intitolato Designing Disorder dell’architetto Pablo Sendra e del sociologo Richard Sennet in cui il disordine, tradizionalmente considerato un aspetto negativo nella pianificazione urbana, è inteso come componente essenziale dell'esperienza urbana, in quanto richiede agli individui di espandersi verso l'esterno piuttosto che verso l'interno, e che svolge un ruolo vitale nel buon funzionamento degli aspetti sociali, culturali, estetici ed economici delle città.
Gli strumenti informali. stimolano le dimensioni costitutive del piano ed incidono sulla forma stessa del piano sollecitandone una mutazione. Questo Convegno ha fatto il punto su queste pratiche sperimentali ed esplorato quanto esse possano costituire il sentiero per aggiornare la disciplina del governo del territorio in Italia.